domenica 24 febbraio 2013

"Come ti trovi, a Berlino Est?"




Berlino è 900.
Se non ci fosse stata la storia del XX secolo che cosa sarebbe la città di berlino? 

In un fermento creativo e culturale, la città porta ancora oggi le cicatrici di una divisione che ha segnato in maniera indelebile la storia del secolo scorso.

Liberi di muoverci, bombardati da un mondo di stimoli occidentali, siamo cresciuti da "bambini dell'ovest": la mia barbie vestiva Benetton, ed aveva una casa a più piani con una scalamobile a manovella, la musica che ascoltavo era inglese o americana (Cristina D'avena e Ivan Graziani a parte). Usavo il T-ball, giocavo con lo yo-yo e imparavo i numeri dal Bit-8. Mangiavo le banane.

Se quel 17 luglio 1983 fossi nata nella OstBerlin sarei cresciuta in maniera così diversa?

Anni prima, mia madre, sarebbe stata probabilmente beccata a fumarsi qualche canna, e avrebbe incontrato ugualmente mio padre durante una di quelle manifestazioni pacifiche, dove i partecipanti che marciavano in silenzio venivano presi a manganellate da soldati delle DDR. Il regime non tollerava nessuna forma di protesta. Si sarebbero amati, e avrebbero pensato ad un futuro insieme da fuggiaschi. E sarei nata io. Il caro Sandro richiamato all'ordine dalla responsabilità di padre, si sarebbe dato alla macchia, e io sarei cresciuta con una ragazza madre, che per il mio bene si sarebbe sacrificata a figlia del partito ed arruolata nel Servzio Sanitario supportata dal nonno, anche lui grande sostenitore delle DDR, convinto che dall'altra parte del muro la perdizione avrebbe minacciato l'integrità morale della famiglia, e che i bollini della pensione sarebbero stati utopia.
Giocavo con la Camilla.
La nostra casa sarebbe stata un appartamento da 79 mq con arredamento sterile e semplice, ma comunque dignitoso, e sarebbe stato garantito un lavoro a mia madre mentre io potevo impare le canzoni del partito all'asilo pubblico. Avremmo avuto una Trabant. Mangiato prodotti dell'est e bevuto Vita-Cola.




Ogni tanto, nelle giornate libere, avremmo camminato lungo il muro, io e mia madre, e le favole della buona notte mi avrebbero portato a varcare quel confine così marcato e definito, un confine terrificante anche chiamato "striscia del terrore", vegliato giorno e notte da persone in divisa.

Ma in fin dei conti non ci sarebbe mancato niente, nè a noi, nè agli altri cittadini dell' Est. Se il muro non fosse crollato avrei studiato supportata dallo stato, avrei fatto i mesi di tirocinio previsti e avrei iniziato la mia professione.
Ma la mia sarebbe stata comuqnue solo un parte di infanzia come cittadina dell'est.
Nel 1989 sarei tornata come gli altri a vedere il resto del mondo e a scoprire le banane.

Non sono la persona più indicata a fare commenti storici al riguardo, ma la storia di questa città mi ha affiscinato per il suo modo di essere unica e così attuale. Tutti noi avremmo potuto essere cittadini di una Germania divisa e sentire direttamente sulle nostre vite e sulle nostre famiglie, i risvolti surreali di una guerra fredda. Ho riflettuto sulla sensazione di ghettizzazione che i cittadini dell'est potevano sentire, e poi mi sono soffermata lungo i confini del muro cercando di capire. O di qua o di la. Famiglie divise da una follia. Ma alla fine Berlino era geograficamente collocata nella Germania est...e di conseguenza quel muro circondava in maniera ermetica la porzione dell'ovest. Loro erano completamente circondati da un muro, eppure loro potevano entrare ed uscire liberamente. La linea metropolitana che negli anni 60 già esisteva era stata mantenuta, ma i treni che arrivavano e andavano ad ovest, passavano solo lentamente nelle stazioni di Alexander Platz, rallentavano, e riprendevano la loro corsa verso il resto del mondo.
Alexaderplatz oggi- con i suoi contrasti culturali

Non si può dire che le cose non funzionassero ad est, e ne è la riprova quel sentimento diffuso di Ostalgia che ancora oggi aleggia nell'aria fredda di un febbraio berlinese. "Dopo la caduta del Muro di Berlino molti ricordi della Germania Est vennero spazzati via, e gli ex cittadini DDR si affrettarono a godere delle nuove libertà politiche ed economiche. Tuttavia, col passare del tempo, molti tedeschi orientali iniziarono a sentire la mancanza di alcuni aspetti delle loro vecchie vite. L'Ostalgie si riferisce particolarmente a quella vita quotidiana della vecchia DDR che scomparve dopo la riunificazione, sconfitta dal capitalismo e dalla cultura occidentale"Personalmente vedo nel principio di condivisione delle risorse un grande valore ma, come in ogni dittatura, anche la storia della Deutsche Demokratische Republik si è lasciata trasportare dal fanatismo, creando un regime assoluto e, quando principi fondamentali come la libertà di pensiero e parola sono negati, le persone iniziano a mormorare sottovoce, creando delle rivoluzioni.


Dal film "GoodBye Lenin" di Wolfgang Beker

"Venti di cambiamento soffiavano sulle polverose rovine della Repubblica Democratica. Venne la primavera che fece Berlino il posto più bello dell'universo. Ci sentivamo al centro del mondo, dove tutto era sul punto di accadere, e ci abbandonammo alla corrente"




Fuga in metro da Berlino Est



Ostalgia- in riferimento alla garanzia di un lavoro e servizi, ma sulle condizioni di libertà dicono:
"Having the freedom to choose is the only way to live"
















venerdì 18 gennaio 2013

Silvia

Ho conosciuto Silvia nel 2003, quando Firenze mi ha accolto ed ho iniziato i miei studi in accademia. Silvia era sempre li, ogni tanto entrava a lezione e con la sua risata irrompeva in quel silenzio assopito. Oggi scopro che frequenta anche lezioni alla facoltà di psicologia, ed allo stesso modo strappa un sorriso a tutti.
La incontro per caso sull' autobus, il suo odore forte e pungente di sporco e piscio entra nel naso anche a distanza. Silvia è sempre stata trasandata, seduta sui gradini dell'accademia a salutare i passanti, non so dove viva.
- Com'è che non mi smette mai di ridere?- mi chiede
- Ridi molto?
- Si non mi riesce mai di smettere
- Sarai una persona felice
- No sono molto triste eppure non mi riesce mai di smettere di ridere
- Come mai sei triste?
- Mi sono innamorata tanto e lui mi ha spezzato il cuore
- Mi dipiace..il cuore ogni tanto si spezza..per essere un pochino felice prova a pensare a cose che ti piacciono- cosa ti rende felice?
- Mangiare, mi piace tanto mangiare!

Mi racconta cosa le piace mangiare di tutto e nella sua fantasia stiamo andando ad un banchetto dove "ci si mangierà" 10 braciole di maiale fritte nel burro e poi una teglia di pasta al forno. Per finire "ci si tufferà" in un vaso di nutella.

-però ho il colesterolo alto...e mi dicono che sono grassa...sono grassa?
-Diciamo che se mangiamo 2 braciole aiutiamo la salute e la linea, che ne dici?
- Solo du braciole????
- e un po di insalata
- due braciole l'insalata e la pasta al forno?
- solo un piatto.
- oggi mangio solo due braciole la pasta al forno l'insalatina e la nutella
- e no! dai niente nutella oggi
Ride, e non è un riflesso incondizionato questa volta, gli occhi le brillano come se avesse trovato una soluzione -Va bene!

Ride, sorride e sembra felice.
Io sono più felice di lei in quel piccolo momento di condivisione. Lei non sa chi sono, ma io mi ricordo di lei e mi sento come una bambina che finalmente ha scambiato qualche parola con una persona che la incuriosiva. Una persona importante. Silvia sorride.
Siamo un mondo di Silvie dove sorridiamo e la gente ci crede felici,perchè è importante non mostrare mai nessun lato debole. Siamo ricchi di fronzoli ma i nostri pensieri puzzano ...a volte così tanto che ci portano il mal di testa.
Silvia è una persona speciale che nella sua semplicità mostra il vero essere. Io stando accanto a lei nel puzzo di piscio mi sono sentita leggera, e i suoi sorrisi, seppur alcuni riflessi incondizionati di una malattia avanzata, mi accompagnano.

-Quesa è la mia fermata, ora devo scendere, allora siamo d'accordo? non esagerare che poi ti viene il mal di pancia
Ride- Va bene! sarò bravissima!

Brava Stella.