venerdì 2 marzo 2012

Un giro in CIAO con David Hockney

Andare alla Royal Academy of art e ritornare sul Ciao.
Io, con il mio bomber tamarro di dieci taglie in più della Gas... rigorosamente blu (perchè ci fu il periodo in cui vedevo solo blu).
Il rumore del motore, il cigolio del cestino sul portapacchi con le viti allentate.
Il vento in faccia e con il collo che si ritira nel tentativo di trovare un po' di tepore...alla fine anche se è settembre alle 7.30 di mattina si gela.
E la curva più bella del mondo.

North Yorkshire, 1997
Eppure David Hockney non faceva la campagna dell'uva con me. Che sia stato ad Albareto Piacentino? O che il profumo di campagna sia uguale in Inghilterra come in Italia.
O che sia l'amore per le proprie radici che ci porta a riconoscere certi luoghi?
Fattostà che il buon David oggi mi riporta a viaggiare verso casa. Con il mio vecchio Ciao, ora diventato un carretto per il letame...ma questa è un altra storia.


La mostra è alla Royal Academy of Art, in London.
Avevo visto Hockey anni fa durante l'inaugurazione di un anno accademico a Firenze, ma non lo consoscevo ancora come artista e anche quello che segue, è solo un racconto di una mostra vista una domenica pomeriggio.

Nelle prima sala le pareti sono occupate da 4 enormi dipinti. Ci si trova sempre spiazzati all'inizio di una mostra perchè non si è ancora ben immersi nella cosa, e si deve un po' capire come procedrà  e dove ci porterà l'artista.
Pearlblossom Highway, 11-18 April 1986
E' così che veniamo introdotti in un percorso. La cosa interessante del percorso di Hockney e del suo studio paesaggistico, che inizia con un landscape americano, è l'utilizzo del mezzo fotografico per ricreare l'immagine a 360° con ogni dettaglio.
L'artista crea dei collage giganti di fotografie, una serie di panoramiche costituite da piccole immagine unite tra loro. Il collage è stato portato in arte dal cubismo e sono sicura che lo studio frammentato dell'immagine può essere una curiosità partita da quella direzione.
Tutte questo discorso di foto negli anni successivi viene sviluppato in tele diverse. I suoi lavori sono la combinazione di tante tele affiancate l'una all'altra che ricreano questi paesaggi immensi.
Le forme naturalistiche variano lungo il suo percorso artistico: gli studi iniziali sono disegni e dipinti più dettagliati e vicini alla riproduzione di un immagine reale poi, negli anni, le sagome si arrotondano e diventano più sommarie, semplici ed immediate.

The arrival of the spring in WoldGate, east Yorkshire in 2011 (twenty-eleven)
Hockney gira per lo Yorkshire, si perde per i campi ed abbozza a carboncino, poi ricrea ad olio quello che la mente gli rimanda, ed i colori.. i colori esplodono!
I paesaggi con gli anni diventano di un verde acceso, gli alberi si fanno blu e le strade fuxia; grandi tronchi gialli contrastano la composizione di colori e ti lasciano perdere nell'osservazione.
Penso a Monet per gli studi dello stesso scorcio in diversi momenti del giorno, ricordo Van Gogh sia per i colori forti ed accesi  che per quegli alberi che in lontananza pare vogliano risucchiare il sentiero in un vortice blu.
Winter Timber, 2009

E così mi perdo, in quella strada. Dopo essere passata per la "curva più bella del mondo" mi ritrovo a quel bivio.
I colori sono così belli che mi sa che non sceglierò.
Io mi fermo a guardare.

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